Libere Geometrie e Meccanicismi corporei GAM 23 ottobre 2018


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Ripresa dell’ellenismo nelle coreografie del primo Novecento e sue radici platoniche nella danza dell’Umanesimo.

Nei primi anni del Novecento il mondo della danza classica occidentale o all’occidentale è sconvolto dall’arrivo di una danzatrice che cambierà totalmente lo statuto della danza fino allora vigente, aprendo nuove prospettive e ripensare al corpo danzante e alla sua possibilità di espressione. Dall’America approdando in Europa, danza e condivide con le allieve lo studio della danza e la vita quotidiana, traendo ispirazione dalla natura e dai modelli plastici dell’antichità greca: Isadora Duncan ci porge una nuova visione coreutica e coreografica e nuovi modelli di formazione didattica.

Molte le danzatrici italiane che, ispirate dalle nuove correnti, aprirono varchi verso nuovi modelli coreografici: Sara Acquarone, Greta Bittner, Luciana De Fanti, Franca Della Libera, Susanna Egri, Bella Hutter, Liliana Merlo, Elsa Piperno, Jia Ruskaja, Anna Sagna, Clotilde Sakharoff, Angiola Sartorio, Traut Streiff Faggioni, Giannina Censi. Quest’ultima danzatrice milanese fu infatti una delle maggiori interpreti e coreografa della danza futurista.

Non solo da Occidente arrivano nuove provocazioni nel mondo della danza europea del primo Novecento, ma anche da Occidente il mistico e filosofo greco-armeno G. I. Gurdjieff, la cui ricerca attorno allo sviluppo armonico dell’Uomo lo porta ad irrompere nel mondo della danza dell’epoca, propone i suoi “movimenti sacri” sui palcoscenici parigini. Una delle sue figlie spirituali, la scrittrice H. Lannes porterà il metodo Gurdjieff in Italia durante i suoi viaggi negli anni 50 del Novecento.

Dunque nuova concezione del corpo in movimento, ardite e nuove geometrie, ma anche ispirazione a modelli estetici e filosofici del pensiero della Grecia classica, o meglio l’idealizzazione che l’Occidente aveva di tale pensiero.

Il ritorno alla classicità emerge chiaramente nello studio della danza rinascimentale del XV secolo. Le danze, i movimenti, si confrontano con il numero e con il simbolo, nella ricerca di un gesto che catturi, esprima quell’armonia che permea tutto l’universo, quell’energia che rende luminose e bellissime le danze celesti degli astri che quel gesto rende terrene. Ricreare l’uomo attraverso l’uomo danzante?

Chiara Gelmetti